Prof. Em. Giovanni Ballarini – Università degli Studi di Parma
Carlo Vittadini (1800-1865) nasce a Monticelli, frazione di San Donato Milanese e si laurea in Medicina all’Università di Pavia con la tesi di laurea Tentamen mycologicum seu Amanitarum illustratio (Saggio micologico, ossia Illustrazione delle Amanite). In seguito e su invito del micologo svedese Elias Magnus Fries (1794-1878) Vittadini svolge studi sulle Tuberacee pubblicando la Monographìa Tuberacearum (Milano, Rusconi, 1831) dando una parola nuova in un campo della micologia rimasto fino allora misconosciuto. Pur esercitando la professione medica, anche per sfatare opere approssimative e pericolose sulla commestibilità dei funghi, nel 1835 pubblica Descrizione dei funghi mangerecci più comuni d’Italia descrivendo anche con bellissime tavole cinquantasei specie di cui quindici nuove sotto gli aspetti morfologici, biologici, ecologici, gastronomici e tossicologici. Nel 1841 vince un concorso dell’Accademia delle Scienze di Torino con Monographia Lycoperdineorum e nel 1844 su invito del Governo scrive la Descrizione dei funghi mangerecci più comuni dell’Italia (Milano, Rusconi, 1853). Vittadini si occupa anche di Micromiceti, in particolare del Mal del Calcino dei bachi da seta.
La monografia in lingua latina pubblicata nel 1831 (Monographia Tuberacearum – Mediolani ex Tipographia Felicis Rusconi) e dedicata al suo Maestro Giuseppe Moretti riguarda i tuberi ipogei, o tartufi. Rispetto alle cinque specie elencate da Elias Magnus Fries, peraltro non sempre felice nella loro caratterizzazione, Vittadini è in grado di fondare nuovi generi e specie, che distribuisce in due sottordini, quello delle Imenogasteracee da lui nuovamente introdotto, e quello già noto delle Tuberacee, a cui accluse in conclusione l’inedito genere dei Lycoperdinei. In questa monografia di centoquindici pagine con tabelle e ampiamente illustrata d’immagini, nella Specie III è descritto il Tuber melanosporum diffuso nei territori pedemontani transpadani distinto dal Tuber brumali identificato con il Tartufo nero di Norcia e dal Tuber aestivum o Tartufo Nostrale.