La sede del Museo del Tartufo si trova a Calestano, all’interno dei locali storici del Municipio posti nel piano interrato dell’edificio. In passato questi locali avevano ospitato le antiche prigioni e le cantine municipali già interessate qualche anno fa da un primo intervento di riqualificazione, che aveva rivelato le pareti e le volte in pietra a vista. La mancanza di fondi non aveva permesso di completare l’intervento.
Con l’arrivo del finanziamento regionale finalizzato all’allestimento del Museo si è reso possibile completare i lavori uniformando i livelli della pavimentazione e terminando la riqualificazione della sala “torre” a doppia altezza. Gli ambienti si prestavano ad essere valorizzati con pochi interventi, ma significativi. L’architetto Alberto Bordi – dello Studio Bordi-Rossi-Zarotti già coinvolto nell’allestimento dei Musei della Pasta, del Pomodoro e del Vino – ha deciso di dare un senso di naturalità all’ambiente, lasciando le pareti e i soffitti in pietra a vista e creando una nuova pavimentazione con assi di legno grezzo. Inoltre, ha deciso di conferire all’ambiente una illuminazione soffusa e puntiforme con lo scopo di creare un’atmosfera raccolta, intima e confortevole.
Per quanto riguarda, invece, l’allestimento, si compone da una parte di pannelli descrittivi in ferro con apparati grafici fissi (Foto 2.1.1, Foto 2.1.2, Foto 2.1.3) e da numerosi elementi multimediali. Una sala senza finestre e dal soffitto alto è stata adibita appositamente al fine di ricreare l’habitat del tartufo: il sottobosco, attraverso delle proiezioni immersive sulle pareti. Curioso è anche il tavolo (Foto 2.1.4) dove si parla di gastronomia: si tratta di un grande touchscreen orizzontale che riproduce una tavola imbandita dove i visitatori possono interagire, e scoprire ricette e curiosità, effettuare test e visionare filmati. Fra questi si segnala per la sua particolarità quello realizzato con la collaborazione di Casa Martini dedicato all’arte della Mixology al tartufo. Sempre nella sezione della gastronomia una sfilata di personaggi storici “con il tartufo in mano” permette, grazie alla tecnologia del QR-Code di ascoltare la loro storia dalla loro viva voce attraverso lo smartphone dell’utente.
La visita al Museo del Tartufo non è stata creata per essere soltanto didattica, ma anche ludica e fortemente interattiva. Il tartufo va cercato e non si trova facilmente. Per questo sono stati inseriti all’interno del percorso museale (Foto 2.1.5) diversi elementi “nascosti” che i visitatori sono invitati ad individuare grazie ad una “mappa criptata” in modo da sollecitare la curiosità del visitatore e farlo partecipare ad una vera e propria ricerca del tartufo all’interno del museo.