Col passare del tempo, la ricerca del tartufo ha coinvolto un numero crescente di persone, rendendo necessaria la regolamentazione di questa attività con la Legge nazionale n. 162 del 17 maggio 1991 e la Legge Regionale n. 24 del 2 settembre 1991 [SCARICA IL DISCIPLINARE]. Attualmente, la raccolta del tartufo segue un calendario regionale [SCARICA IL CALENDARIO] che specifica i tipi di tartufi e i periodi in cui possono essere raccolti.
Per poter raccogliere tartufi, i cercatori devono possedere un tesserino ottenibile solo dopo aver frequentato un corso di formazione specifico e aver superato un esame finale. Inoltre, devono avvalersi dell’aiuto di un cane da tartufi (fino a un massimo di due per cercatore) addestrato e con un fiuto eccezionale. I cani devono essere tenuti al guinzaglio quando si attraversano tartufaie riconosciute. Il quantitativo massimo di raccolta consentito è di un chilo di tartufi per cercatore al giorno.
In Italia, la legge consente la raccolta e la commercializzazione di sole nove specie di tartufo, tutte considerate commestibili. Esistono, inoltre, numerose associazioni di tartufai nei vari territori e un Consorzio del Tartufo di Fragno, che ha redatto un disciplinare specifico per la raccolta e la commercializzazione dei tartufi.